Tecnologia e comfort in casa non sono più un semplice optional, ma un tassello vincente nel mercato immobiliare. Secondo una recente analisi di ProntoPro.it, almeno un quarto delle richieste di preventivo ricevute dal portale riguarda dispositivi domotici: il 14% per comandare da remoto varie aperture e chiusure (porte, cancelli, basculanti, tende, finestre) e il 13% per gestire in maniera intelligente il riscaldamento. E il portale Houzz registra come il 24% dei nuovi proprietari di casa che opera una ristrutturazione dopo l’acquisto inserisce almeno un elemento domotico. Insomma, la domanda c’è. Per un business che secondo l’ultimo Osservatorio del Politecnico di Milano è cresciuto del 23% nel 2016 a quota 185milioni di euro. Ma quanto incide sul prezzo di una casa questa componente?
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Più valore alla ristrutturazione
Ma quanto aggiunge la domotica al valore dell’abitazione? Bisognerebbe, in linea teorica, paragonare due appartamenti identici, con e senza dotazioni. «Non è semplice, soprattutto quando si parla di nuove costruzioni, perché la domotica fa parte integrante del progetto. Difficile scorporarla dal prezzo», ammette Paolo Piantato di China Investment.
Più interessante, allora, capire come possa inserirsi la domotica in una ristrutturazione. Solo un intervento profondo, che preveda il rifacimento integrale dell’impianto elettrico, permette di dotare l’appartamento di un sistema di base, che in genere costa circa il 20% in più rispetto a un impianto tradizionale (vedi articolo sotto). Ma non sempre è possibile raggiungere un livello massimo di servizi. «Ad esempio, se il videocitofono condominiale nasce come tradizionale c’è poco da fare, rimarrà così», aggiunge Piantato. In alternativa, anche se non si arriverà a un sistema integrato, dove più funzioni vengono gestite da un unico pannello, si possono installare singoli strumenti domotici su un impianto esistente, senza bisogno di interventi particolari. «Un cronotermostato gestibile da remoto, dotato di valvole dei radiatori controllabili singolarmente, si acquista con alcune centinaia di euro e si installa facilmente», esemplifica Imberti di Euromilano. E in Rete si trovano buone offerte (a partire da 1.500 euro) per installare in qualsiasi appartamento il controllo da remoto della porta di ingresso, strumento utile anche per per chi mette in locazione con il metodo dell’affitto breve.
L’incidenza sul prezzo
Quanto vale tutto questo, a livello di prezzo finale? Aggiungere qualche “tocco” domotico al massimo renderà più appetibile l’immobile, senza incidere davvero sul prezzo. Mentre per verificare il vantaggio di una ristrutturazione abbiamo passato in rassegna decine di annunci pubblicati su Immobiliare.it che mettono in evidenza le installazioni domotiche (non solo a Milano e Roma, ma anche in centri medi come Treviso o Parma). In tutti i casi, il prezzo di vendita si colloca nella fascia più alta di valori, rispetto alla media calcolata dal portale per appartamenti simili. Il vantaggio è compreso tra l’8 e il 12%, con punte che sfiorano il 30%. In tutti i casi è probabile sia la ristrutturazione complessiva, più che la domotica in sé, a far crescere il valore. Ma si tratta di un aspetto ormai imprescindibile per chi affronti un investimento immobiliare.
(Il Sole 24, Gennaio 2018)